Restauro Organo

Restauratore: MATTEO BONSIGNORE – Gioiosa Jonica RC.

Condizioni dello strumento rilevato con sopralluogo effettuato il 25/02/1995.

Lo strumento è un positivo è si trova sistemato sulla cantoria. Da un esame esterno non è possibile sapere il nome del costruttore e l’anno in cui fu edificato. Da un confronto con strumenti simili per forma e caratteristiche tecnico-foniche e però possibile stabilire (con una certa approssimazione) il periodo: prima anni del 1700.

Il somiere maestro è del tipo a stecca, in legno di noce e di ottima fattura. Dispone di 45 ventilabbri e nove stecche. La facciata e composta da tre campane di 7-5-7 canne disposte a cuspide. La tenuta d’aria del tirante e ottenuta tramite una lista di pelle unica per tutta la serie dei tiranti.

Il crivello e poggiato sul somiere maestro. I registri (sono nove) vengono azionati da pomoli, disposti a destra della tastiera, in due colonne, quella più esterna comprende i registri del ripieno e del gran gioco, l’altra comanda: principale,clarino, flauto 4° e flautino 2°.

La tastiera di 45 note dal MI al DO, con prima ottava corta. La copertura è in legno di bosso di Baviera inciso, i tasti neri sono pure in bosso di Baviera tinteggiati. I manici in origine erano due del tipo a cuneo, azionate da due leve che sporgevano dal lato sinistro dello strumento, giusto come si vede dalle feritoie esistenti nel mobile.

L’attuale mantice è a doppio corpo. La parte superiore funge da cassotto e quella inferiore, divisa in due parti, funziona da compressore ed è comandata a pedale dallo stesso suonatore. Le canne sono sistemate sul somiere maestro eccetto quelle più basse che poggiano, nella parte posteriore, su una base la quale permette la chiusura del mobile con le stesse canne. Le canne della facciata (di stagno) presentano il labbro superiore a scudo e sono alquanto rovinate, quelle interne sono di piombo. Le canne più basse sono in legno di castagno e si presentano alquanto rovinate.

Il mobile si presenta bene nella parte superiore, mentre quella inferiore presenta segni di cedimento. Dall’arco trionfale scendono dure colonnine le quali unitamente al lati del mobile, formano le tre campate. Le canne della facciata sono legate ad un ornamento in parte rovinato.

 

 

CONDIZONI DEI MATERIALI

 

Tutte le parti lignee sono fortemente intaccate dai tarli. Si presentano alquanto danneggiate sia le canne in legno che il somiere maestro. Il mantice è molto rovinato, le coste sono distrutte e le pelli consumate. Il sistema di azionamento (a pedali) è funzionante. Le parti in metallo (piombo e stagno) sono minate dal cancro del piombo. Il mobile si presenta cedevole nella parte inferiore e completamente imbrattato di colori e scritte.

 

LAVORI DA ESEGUIRE PER IL RESTAURO FILOLOGICO

 

  1. Esame fotografico dei materiali e delle varie fasi del restauro.
  2. Imballaggio dei materiali da restaurare e loro trasporto nel nostro laboratorio specializzato in Marina di Gioiosa Jonica.
  3. Restauro del somiere maestro con trattamento antitarlo a tutte le parti lignee. Smontaggio delle coperte, delle stecche, dei ventilabbri e della secreta. Impermeabilizzazione dei canali. Rettifica del somiere e del piano lavoro dei ventilabbri. Calibratura delle stecche. Sostituzione di tutte le pelli. Disossidazione delle molle, guide, ecc. Rimontaggio accurato di tutte le parti.
  4. Restauro delle canne in legno con trattamento antitarlo e consolidamento delle parti che presentano cedimento e verniciatura.
  5. Restauro delle canne in metallo con trattamento anticancro. Verranno rimesse in forma, lavaggio accurato e preaccordatura in laboratorio.
  6. Restauro dei mantici con trattamento antitarlo e consolidamento delle parti lignee. Rifacimento delle parti mancanti. Sostituzione di tutte le pelli. Foderatura con cartoncino Bristol, della parte interna della anime.
  7. Rifacimento del sistema di azionamento dei pedali.
  8. Restauro della tastiera con trattamento antitarlo e consolidamento delle parti cedevoli, disossidazione delle guide, rifeltratura generale e verniciatura.
  9. Restauro della meccanica di riduzione, disossidazione dei catenacci, regolazione degli strangoli. Sostituzione dei tirandi in ottone e ferro zingato.
  10. Sistemazione e restauro del mobile con trattamento antitarlo delle parti legnee e consolidamento di quelle cedevoli. Disincrostazione, stuccatura e laccatura generale. Agli ornamenti ed alle cornici sarà applicato l’oro in foglia.
  11. Fornitura ed applicazione di un nuovo elettroventilatore, chiuso in cassa antirombo e munito di valvole (interna ed esterna) per la regolazione del flusso d’aria.
  12. Rimontaggio accurato delle varie parti.
  13. L’accordatura verrà eseguita con sofisticata apparecchiatura elettronica (al millesimo di vibrazione) rispettando corista e temperamento originali.
  14. Rifacimento della panca per l’organista.
  15. Sarà prodotto un servizio fotografico delle pari.

Da un esame accurato delle varie parti e da un confronto con strumenti coevi, si può stabilire con una certa approssimazione che l’organo fu costruito tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700 e quasi certamente dal napoletano Joseph di Donato. A questa determinazione si arriva per raffronto con l’organo della chiesa di Santa Maria in Casole Bruzio in provincia di Cosenza. Gli strumenti infatti sono molto simili fra di loro sia per i materiali impiegati (molto usato il legno di castagno) che per i canoni di costruzione.

 

Infatti troviamo la tastiera di 45 tasti con prima ottava corta e con successione di note: DO-FA-RE-SOL-MI-LA.LA#-SI. Le note DO-RE-MI prendono il posto de MI-FA#-SOL# della testiera normale, mentre le altre note (FA-SOL-LA-LA#-SI) si trovano al posto giusto. Tale tipo di tastiera e tipica del XVII secolo quando gli strumenti – Clavicembalo e Organo – non possedevano una tastiera molto estesa. Per questo al fine di poter scendere il più possibile verso il grave era stata ridotta la prima ottava pur conservandole tutti i gradi diatonici. L’organo ha anche la funzione di continuo, ciò grazie ad un tirante posto sulla sinistra della tastiera che permette appunto il suono continuo della nota SOL sulla tonalità di DO maggiore. L’accordatura viene eseguita mezzo tono sotto, così era in origine, giusto come riferimento obbligato: le canne tappate.

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